Oggi voglio presentarti la Famiglia Tabatà.
In Calabria, come in tutto il Sud Italia c’è ancora l’usanza di distinguere le famiglie tramite gli antichi soprannomi. Spesso questi si rifanno a caratteristiche fisiche di un antenato, al mestiere oppure ad una peculiarità caratteriale.
Non abbiamo notizie sul perché la nostra famiglia veniva chiamata proprio Tabatà ma se sappiamo che in greco significa gazzella.

Nonno Cataldo

La Famiglia Tabatà

Nonno Cataldo nasce nel 1937 a Rossano Calabro, lavora fin da piccolo nel laboratorio di un meccanico e si occupa del piccolo fondo familiare. Dopo il boom economico degli anni ’50 si trasferisce a Torino per lavorare in Fiat ma nel 1971 è stufo di vivere in città, dà le dimissioni e qualche mese dopo era già tornato in Calabria. Siamo nel 1972, un anno importante per lui e per sua moglie Ida; un anno in cui decidono di sconvolgere completamente le loro vite cambiando città, cambiando abitudini, cambiando obbiettivi.


Nonno Cataldo inizia a coltivare i terreni lasciati da suo padre e da suo suocero, rimette in sesto le piante, concima il terreno e nel 1974 inizia già a produrre olio di oliva. Qualche anno dopo, con tanti sacrifici crea un impianto completamente nuovo con 500 piante di ulivo. Il fondo verrà ogni anno implementato da nuove cultivar fino ad al 1997 arrivando a 2000 piante di ulivo.
Oggi, a 85 anni, Nonno ha lasciato le redini dell’azienda ai figli e alle nipoti ma è sempre presente sul campo per dare sostegno e consigli a tutti noi.

Nonna Ida

La Famiglia Tabatà

Nonna Ida nasce nel 1944 a Napoli ma vive la maggior parte della sua vita a Calopezzati, è la terza di sei fratelli e la sua più grande passione fin da bambina è la lavorare a maglia. Già a dodici anni inizia ad andare “ara mastra” (termine dialettale che oggi tradurremmo con “tirocinio”). A sedici anni compra la sua prima macchina da cucire. Incontra Nonno Cataldo a vent’anni, in una sera d’estate. Dopo sei mesi erano già sposati. A un anno dalla nascita della seconda figlia, Loredana, anche lei è stanca di vivere a Torino.

Insieme tornano in Calabria. Lei aprirà subito il suo maglificio, una piccola realtà imprenditoriale che negli anni 80 e 90 era molto in voga. Nel 2000 Calopezzati è colpita da una grave alluvione, una delle due fiumare straripa, il maglificio viene completamente inondato provocando migliaia di euro di danni. Dopo il disastro, il maglificio resterà in piedi ma con sole due operaie insieme a Nonna Ida. Questo è il momento in cui si avvicinerà anche lei alla campagna.
Oggi, a 78 anni, Nonna Ida ci aiuta durante la raccolta, ogni mattina è sul campo accanto a noi e a suo marito.